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Claudio Manganelli, componente del Garante per la protezione dei dati personali - Key speaker - Sessione 28 settembre - 'Intranets e servizi globa...

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Claudio Manganelli, componente del Garante per la protezione dei dati personali - Key speaker - Sessione 28 settembre - ´Intranets e servizi globali´

"Trovare un modo di far convivere il sistema globale di tecnologie avanzate, le non-regole del libero mercato e il patrimonio dei diritti della persona umana non è affatto semplice, ma senza la definizione di regole comuni a livello mondiale rischia di essere irrimediabilmente compromessa l´applicabilità e l´efficacia di ogni normativa a tutela del diritto alla privacy".

E´ quanto ha affermato Claudio Manganelli nel suo intervento alla Sessione su "Intranets e servizi globali". Nella sua analisi sulle prospettive di una regolamentazione comune per le piccole e grandi reti, Manganelli ha, innanzitutto, ricordato che la Direttiva europea sulla privacy impone di verificare che vi sia una adeguata protezione dei dati personali in caso di un loro trasferimento in paesi terzi, in particolare in quelli dove il livello di protezione non risulta essere particolarmente elevato. Ha citato ad esempio il lungo negoziato, durato quasi due anni, tra Stati Uniti ed Unione Europea. Il confronto, che ha visto emergere due differenti posizioni in materia di diritto alla privacy, quella statunitense più legata al libero mercato e a principi flessibili e quella europea più attenta ai diritti dell´individuo e a norme rigorose, ha trovato una sua seppur prima soluzione nell´accordo sul "safe harbor" raggiunto nel luglio 2000.

Ma nonostante questi importanti risultati, si assiste di fatto ad un´inadeguatezza complessiva a livello mondiale delle regole sulla privacy ed è sempre di più avvertita l´esigenza di individuare sedi adatte per armonizzare sistemi e definire regole uniformi a protezione di cittadini e consumatori su scala mondiale. Tuttavia ha sottolineato Manganelli, "la legislazione da sola non è sufficiente a risolvere i problemi connessi alla privacy".

Occorre, dunque, sviluppare l’uso da parte del mondo delle imprese di sistemi tecnologici a difesa della privacy (le cosiddette PET, Privacy Enhancing Technologies) e promuovere ricerche nell´area dell’information technology per rafforzare la tutela della privacy tramite dispositivi informatici. Specialmente nel mondo delle imprese che sembra riluttante ad investire in tecnologia. Così come appare necessario elaborare codici di comportamenti, secondo il modello adottato ad esempio da numerose associazioni commerciali statunitensi, e potenziare la certificazione di qualità e l’auditing.

Altra questione cruciale, in una prospettiva globale, è lo sviluppo dell´e-commerce e le questioni relative alla risoluzione delle controversie. Su questo terreno, ha spiegato Manganelli, la recente direttiva europea 2000/31/CE sul commercio elettronico non solo fissa già alcuni principi e alcune garanzie per l’uso dei dati (ad esempio, riguardo alla facoltà del consumatore di non ricevere informazioni commerciali non desiderate e alla responsabilità del provider), ma punta alla istituzione di un quadro giuridico omogeneo allo scopo anche di facilitare l´adozione di un sistema alternativo di risoluzione delle controversie per le transazioni on-line.

Roma, 28 settembre 2000

Scheda

Doc-Web
46858
Data
28/09/00

Tipologie

Comunicato stampa