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Droni: le Autorità privacy europee chiedono più tutele per le persone

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Droni: le Autorità privacy europee chiedono più tutele per le persone

Le Autorità per la privacy europee, riunite nel "Gruppo Articolo 29", hanno adottato un parere sull´impiego dei droni per tutti gli usi civili. Il provvedimento, di cui è relatore il Garante italiano, dà indicazioni e raccomandazioni ai costruttori e agli operatori, al legislatore nazionale e europeo e ai regolatori del settore per la tutela della riservatezza delle persone.

"La sola ampiezza delle applicazioni oggi note, dalla ricognizione di aree impervie alle riprese di eventi o manifestazioni, dal monitoraggio di aree urbane alla verifica di impianti e strutture complesse fino agli usi amatoriali o ricreativi, dà bene l´idea di quali possono essere i potenziali rischi per la privacy delle persone" - afferma Antonello Soro, presidente del Garante privacy italiano. "Le attuali regole giuridiche rischiano di non essere più adeguate a questi nuovi sistemi di raccolta di dati personali così invasivi. Dobbiamo puntare sempre di più sulla ‘privacy by design´, su tecnologie rispettose dei diritti di libertà delle persone fin dalla loro progettazione Il parere dei Garanti Ue - conclude Soro - è un primo passo".

Il WP29 chiarisce, in primo luogo, che non è l´impiego dei droni in sé ad essere problematico, quanto gli effetti potenzialmente invasivi che può produrre il loro uso e che  sfuggono totalmente alla percezione delle persone. Nel caso dei droni poi, gli strumenti di tutela finora adottati risultano di ardua applicazione. A ciò si aggiunge l´attuale difficoltà di ricostruire con chiarezza la catena di responsabilità nell´utilizzo dei droni, ossia di chiarire chi fa cosa e per quali scopi: spesso i droni sono utilizzati da imprese che offrono servizi in "outsourcing" ad altri soggetti, i quali sono i veri titolari del trattamento ma non sempre hanno piena consapevolezza delle responsabilità derivanti.

Per questi motivi il WP29 ha indicato una serie di misure alle parti interessate.

Gli operatori avranno l´obbligo di fornire un´informativa tenendo conto delle peculiarità delle operazioni svolte. E´ consigliato un approccio multilivello: dai classici cartelli, ove possibile, a informative pubblicate sui siti di ciascun operatore e/o a piattaforme uniche che raccolgano le informazioni sui voli – ad esempio su siti delle Autorità di aviazione competenti –  fino all´adozione di misure per rendere il più possibile visibile e identificabile un drone. Gli operatori inoltre dovranno  scegliere una tecnologia che limiti la raccolta e il trattamento dei dati a quelli indispensabili alle loro finalità e  adottare idonee misure di sicurezza.

Al legislatore nazionale e europeo e ai regolatori di settore il WP29 raccomanda  l´introduzione e/o il rafforzamento delle norme che consenta l´utilizzo dei droni nel rispetto dei  diritti fondamentali; lo sviluppo e l´introduzione (in collaborazione con i rappresentanti dell´industria,   i costruttori e gli operatori di settore)  di criteri per la valutazione di impatto privacy; l´individuazione di modalità di cooperazione tra autorità di protezione dei dati e autorità per l´aviazione civile; l´utilizzo dei fondi di ricerca EU per l´individuazione di strumenti tecnologicamente adeguati per fornire l´informativa agli interessati e favorire l´identificazione dei droni.

Ai costruttori il WP29 raccomanda l´adozione di misure di privacy by default, la promozione di codici deontologici, l´adozione di misure per rendere il più possibile visibile e identificabile un drone.

Roma, 19 giugno 2015