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Newsletter 13 - 19 settembre 1999

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Newsletter 13 - 19 settembre 1999

 

  • Il Garante al Com-Pa 1999.
  • Audizione Parlamentare dell´Autorità.
  • Dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.
  • In Spagna cartelle cliniche gestite dai privati.

 

Il Garante al Com-Pa 1999

Il Garante per la protezione dei dati personali partecipa quest’anno, per la prima volta, al COM-PA - Salone della comunicazione pubblica e dei servizi al cittadino, che si svolgerà dal 15 al 17 settembre alla Fiera di Bologna.

Nell’ambito della manifestazione dedicata al tema "Spiegare lo Stato, ascoltare il cittadino. Strategie, Percorsi e Frontiere della Comunicazione Pubblica", si svolgerà il convegno su "Accesso, privacy e comunicazione: diritti, doveri, incongruenze", previsto per il giorno 15 settembre alle ore 16.00, al quale parteciperà in veste di relatore il Prof. Giuseppe Santaniello, Vice Presidente del’Autorità.

Altri rappresentanti dell’Autorità parteciperanno come relatori ai convegni dedicati a "Commercio elettronico, Cittadini, Pubblica Amministrazione", in programma il 16 settembre alle ore 10.00 e a "Comunicazione e tecnologia: i Call center ", in programma il 17 settembre ore 12.00 alle ore 15.00.

L’Autorità è presente al Forum con un proprio stand, presso il quale verrà distribuito gratuitamente il CD rom "Cittadini e società dell’informazione", che raccoglie atti e documenti riguardanti il ruolo e l’attività del Garante, la normativa di riferimento nazionale e internazionale, le pubblicazioni curate dall’Ufficio.

 

Audizione Parlamentare dell´Autorita´

Nell´ambito dell´indagine conoscitiva sulle autorità amministrative indipendenti, lo scorso giovedì 9 settembre si è svolta l´audizione del Presidente dell´Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.

 

Dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali

Il collegio del Garante ha esaminato la documentazione trasmessa dal Ministro del Lavoro ed ha rilevato che l´iniziativa di pubblicare gli atti relativi alla dismissione del patrimonio immobiliare residenziale è compatibile con la normativa sulla protezione dei dati personali.

In diverse occasioni, menzionate anche nella Relazione al Parlamento e al Governo per l´anno 1998, l´Autorità ha evidenziato che la legge n. 675/1996 non pregiudica la trasparenza dell´attività amministrativa, specie quando sussista un interesse pubblico a verificare i criteri di utilizzazione di beni pubblici o la correttezza dell´operato di organi.

Questa compatibilità trova conferma nelle disposizioni del recente decreto legislativo n. 135/1999 che si riferiscono al buon andamento e all´imparzialità dell´azione amministrativa, alla pubblicità dell´attività istituzionale degli enti pubblici e alla trasparenza in materia di incarichi dei dipendenti pubblici.

Dalla documentazione trasmessa si può desumere che le notizie che si intende rendere pubbliche relativamente ai soggetti interessati non riguardano dati di carattere "sensibile", soggetti ad una particolare tutela. Il Ministero del Lavoro può, quindi, rendere pubblici i dati valutando quali modalità scegliere e individuando quali dati, tra quelli che sono nella disponibilità degli enti, siano pertinenti e opportunamente divulgabili in rapporto alla finalità di trasparenza perseguita.

In questo contesto, andrebbero osservate solo alcune cautele per evitare la diffusione di notizie di cui risulti superflua la pubblicità, come quelle che possono riguardare, a puro titolo di esempio, particolari situazioni personali e familiari o, eventualmente, il preciso indirizzo degli interessati, fatta salva comunque la possibilità di identificare la zona urbana e le caratteristiche dell´immobile.

Il Garante non ravvisa ovviamente alcuna difficoltà o necessità di particolari adempimenti formali nel caso in cui il Ministero intenda rendere pubblici i dati in questione fornendoli direttamente al Parlamento in risposta ad interrogazioni od interpellanze oppure inserendoli in allegato ad una relazione alle commissioni parlamentari.

Questo conferimento, come già evidenziato dal Garante in precedenti occasioni, assicura un´ampia conoscibilità dei medesimi dati per effetto della pubblicità degli atti parlamentari, anche da parte dei mezzi di informazione.

Non è preclusa, in via generale, la possibilità per il Ministero di procedere direttamente ad una diffusione al pubblico dei dati. Limitatamente a quest’ultima ipotesi, sul piano formale, è necessario però che la diffusione sia specificamente prevista da una norma di legge o da un regolamento (art. 27, comma 3, legge n. 675/1996).

Resta comunque impregiudicato l´accesso ai documenti amministrativi relativi alle dismissioni da parte di chi vi abbia interesse, in applicazione della legge n. 241/1990 sulla trasparenza amministrativa.

 

In Spagna cartelle cliniche gestite dai privati
(articolo pubblicato su El Pais del 6 settembre)

Se c´è un settore della sanità pubblica in cui la privatizzazione delle attività gestionali può risultare opinabile è quello che riguarda le cartelle cliniche dei pazienti. I dati personali relativi allo stato di salute godono di una speciale tutela giuridica, per cui appare rischioso cederne la gestione a persone o soggetti diversi da quelli cui sono stati affidati - gli unici legittimati, in via di principio, a trattarli in conformità con gli scopi per i quali sono stati raccolti. Ha dunque fondamento la preoccupazione suscitata fra i sindacati del settore e presso l´opposizione politica dalla decisione di due importanti centri ospedalieri madrileni - il "Clinico" e il "Doce de Octubre" - di affidare "organizzazione, scrematura, unificazione e gestione" delle cartelle cliniche dei rispettivi pazienti a imprese private specializzate nel settore della documentazione. La stessa iniziativa è stata presa o sta per essere presa da una dozzina di centri ospedalieri pubblici in varie località della Spagna.

E´ indubbio che tenere aggiornato e perfettamente funzionante un archivio di 2.5 milioni di schede sanitarie, come nel caso del "Clinico", o di 1.3 milioni, come nel caso del "Doce de Octubre", non sia un compito facile. Occorrono strumentazione tecnica adeguata e personale specializzato - esattamente il contrario di quello che, secondo quanto ha denunciato la sezione sindacale dell´UGT del "Clinico" madrileno, hanno fatto gli amministratori di questo centro ospedaliero: hanno ridotto il personale dell´archivio per giustificare, a causa della sua inefficienza, l´opportunità di affidarlo in gestione ad un´impresa privata galiziana a partire dal dicembre ´97. Può darsi che la qualità del servizio sia migliorata, benché testimonianze dirette provenienti dal centro ospedaliero in oggetto assicurino che la situazione è peggiore di quella precedente la privatizzazione. Tuttavia, il problema non consiste tanto, o almeno non esclusivamente, nella qualità del servizio prestato, bensì nell´opportunità di affidare la gestione di dati riservati sui pazienti a soggetti diversi da quelli ai quali essi sono stati inizialmente affidati ed estranei ai compiti ed alle finalità previsti nelle leggi che regolamentano la sanità pubblica. E´ difficile separare la gestione di questi dati dalla prestazione medica e sanitaria fornita dal soggetto pubblico ai pazienti stessi.

Gli amministratori dei centri ospedalieri che hanno messo in atto questa iniziativa assicurano che non è necessario informare i pazienti della nuova destinazione delle loro cartelle cliniche, e tantomeno chiedere il loro consenso. In proposito, fanno riferimento alla frequenza con cui si effettuano tests e analisi presso laboratori specializzati esterni ai centri ospedalieri, senza informarne i pazienti interessati. Si tratta però di ipotesi distinte. I tests e le analisi esterne costituiscono parte integrante della normale collaborazione medica, sanitaria e scientifica, e restano nei limiti di operatività della sanità pubblica. Ma queste forme di collaborazione non hanno niente a che spartire con la gestione privata delle cartelle cliniche dei pazienti, nonostante l´adozione di misure finalizzate a garantire la riservatezza dei dati.

Se sussista o no l´obbligo di informare i pazienti e di chiederne il consenso, è un punto che dovrà chiarire l´Agencia de Protección de Datos - alla quale è stata presentata una denuncia dal segretario del sindacato CC OO (Comisiones Obreras) di Madrid. Non si tratta di una questione da poco. Il rischio che venga meno la riservatezza che i centri sanitari si impegnano a tutelare aumenta in misura direttamente proporzionale al numero di coloro che possono accedere alle cartelle cliniche - soprattutto se si tratta di soggetti appartenenti al settore commerciale e di persone che non sono vincolate dalle norme etiche vigenti in campo medico e sanitario.

Casi come la messa in vendita, presso il mercatino delle pulci del sabato a Palma di Majorca, di dati sanitari provenienti da una clinica privata mostrano che sul mercato c´è richiesta per questo tipo di informazioni, e non solo per semplice collezionismo bensì per motivazioni meno peregrine.

Scheda

Doc-Web
48239
Data
13/09/99

Tipologie

Newsletter