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Intervista alla prof.ssa Ginevra Cerrina Feroni, vice presidente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali, in occasione dell'evento "State of Privacy 22"

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Intervista alla prof.ssa Ginevra Cerrina Feroni, vice presidente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali, in occasione dell'evento "State of Privacy 22"
Intervista alla prof.ssa Ginevra Cerrina Feroni, vice presidente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali
(di Massimiliano Mancini, Ethica Societas, 24 settembre 2022)

Massimiliano Mancini: «Siamo in un posto particolare e in un?occasione ancor più particolare: il posto è Pietrarsa, nel Museo ferroviario, l?occasione è The state of privacy ?22 e in questo caso non si parla solo dello stato della privacy ma si fa un documento importante qual?é la Carta di Pietrarsa. Innanzitutto vorrei cominciare chiedendole il valore di questo evento, se serve solo a celebrare i 25 anni [del garante per la Protezione dei Dati] oppure se è un evento che ha un?ambizione oltre questo evento e ben oltre questo luogo?».

Ginevra Cerrina Feroni: «Questa è la terza grande iniziativa che l?Autorità garante ha messo in piedi in questo anno di celebrazioni della sua attività, questo evento di Pietrarsa non è il classico convegno ma è il luogo dove si discute, dove si dialoga attraverso tavoli tematici che affrontano i grandi nodi che riguardano il mondo digitale, la transizione digitale e che, ovviamente, coinvolgono dati digitali. È un dialogo importante tra Autorità, istituzioni, aziende, operatori, tutti gli stakeholders interessati dal tema della protezione dei dati che, in realtà riguarda la società nel suo complesso, riguarda la vita di noi cittadini, i nostri diritti e le nostre libertà costituzionali, il tipo di mondo e di società che stiamo creando. Quindi fare un punto sui grandi temi, avere una visione e di quello che ci aspetta e come noi vogliamo costruire questo mondo è l?obiettivo di questo incontro».

Massimiliano Mancini: «Abbiamo detto che è un momento particolare perché in quest'occasione si fissa una tappa, la carta di Pietrarsa, qual è il valore al di là dei contenuti, ma anche comprendendo i contenuti, di questo documento?».

Ginevra Cerrina Feroni: «Pietrarsa ha l?ambizione di sottoscrivere un patto, tra istituzioni, tra aziende, tra operatori, affinché i grandi temi che noi abbiamo affrontato: semplificazione, consapevolezza trasparenza un patto tra istituzioni tra azienda tra operatori affinché i grandi temi che noi raffrontato semplificazione, consapevolezza, trasparenza, possano diventare una parola comune. La protezione dei dati non deve essere più, e questo è il senso di Pietrarsa, un tema confinato agli esperti del settore ma deve essere un grande tema nazionale confinato agli esperti del settore nazionale, deve quindi diventare un grande momento di riflessione collettiva perché, appunto, riguarda noi stessi, la nostra vita, l'immagine, l'individualità, [?] Quindi non più un tema confinato a convegni specialistici ma un grande tema nazionale. Tra poco ci saranno le elezioni e non c'é stata alcuna attenzione nella campagna elettorale a questo tema, ciò ci ha indotto a pensare che dovevamo fare qualcosa per portare il tema della protezione dei dati nella società».

Massimiliano Mancini: «Il tema della protezione dei dati è un tema che in Italia stenta a essere recepito anzi sembra che sia qualcosa di completamente estraneo [dalla vita quotidiana] prova ne è che abbiamo il triste primato di essere il secondo paese in Europa, secondo i dati del 2021, per numero di sanzioni. Parliamo del mondo degli enti pubblici e della scuola in particolare, che ne hanno avute tante di sanzioni, e non è solo il quantitativo di sanzioni a essere grave ma, soprattutto, lo è il valore che non si è dato a certi comportamenti: pubblicare [nelle bacheche e sui siti scolastici] senza limiti, pensando che la trasparenza sia un valore assoluto che sovrasti anche il dovere di riservatezza dei dati personali oppure, peggio ancora, l'utilizzo indiscriminato della videosorveglianza, che sembra quasi che sia invocata dagli stessi genitori per tutelare i loro ragazzi, invece rischia di avere l?effetto opposto [ossia di privarli di qualsiasi tutela rispetto i dati personali]?».

Ginevra Cerrina Feroni: «Questo collegio del Garante, che si è insediato due anni fa, ha assunto il tema dei minori e della "cultura" della protezione dei dati personali come uno dei propri obiettivi e delle proprie missioni, Stiamo cercando in tutte le sedi di portare questo messaggio e il tema della educazione al digitale che, ovviamente, è anche educazione alla protezione dei dati, affinché diventi un argomento che si affronta nelle scuole per educare i ragazzi ad avere quella consapevolezza che "i propri dati sono un tesoro"-questa è una delle campagne che abbiamo fatto come Autorità garante- e quindi hanno un valore. Perciò se disvelati in maniera ingenua ed estemporanea, magari ad una festa o in un momento di gioco, possono esserci delle ripercussioni nella vita, nelle relazioni, nella professione dell?individuo. Noi pensiamo che questa obiettivo sia una grandissima sfida che dovrà essere portata avanti innanzitutto dal decisore politico. Riteniamo che l?educazione digitale debba diventare uno dei punti fondamentali nell?agenda di Governo».

Massimiliano Mancini: «Gli enti locali sembra che oggi siano al di sopra della legge e che, quindi, il fine giustifichi i mezzi. Videosorveglianza massiva, spesso senza regole, senza valutazione d'impatto, addirittura alcuni enti che ancora non hanno neanche il DPO, così come alcune scuole. Eppure gli enti locali, in particolare i Comuni, per quanto riguarda i minori gestiscono numerosi servizi: gli asili nido, il trasporto dei minori, anche disabili. Che cosa possiamo raccomandare loro?».

Ginevra Cerrina Feroni: «Il tema della videosorveglianza è nell?agenda dell?Autorità garante che sta riscrivendo le linee guida [nazionali n.d.r.] perché rispetto a dieci anni fa tutto è ovviamente cambiato. Non si deve essere strutturalmente contrari all?utilizzo di telecamere laddove esistano delle effettive esigenze, ad esempio esigenze di sicurezza per combattere la criminalità. Quindi se sappiamo che una certa area, in un certo contesto, in una certa periferia ha bisogno di maggior controllo, questa è una finalità di interesse pubblico che noi vagliamo con grandissima attenzione e sempre secondo il principio di proporzionalità, cioè i mezzi utilizzati devono essere sempre congruenti e coerenti con quelle finalità. Certamente non un modello di società che preveda una sorveglianza massiva dei cittadini attraverso telecamere piazzate in ogni luogo, perché effettivamente questo semplifica moltissimo [la vigilanza n.d.r.] non è il nostro modello di società. Questo l'Autorità l'ha detto in tantissimi modi, attraverso dei provvedimenti, ad esempio sulle telecamere nelle scuole, nei convitti, nei luoghi dove i ragazzi possono vivere, lo abbiamo detto alle istituzioni pubbliche. Punto di equilibrio, non esiste una regola generale ma ogni situazione deve essere vagliata nella sua specificità. [?] Sono strumenti utili [le telecamere n.d.r.] ma che devono essere utilizzati con grandissima cautela perché le conseguenze possono essere molto impattanti.»

Scheda

Doc-Web
9813449
Data
24/09/22

Tipologie

Interviste e interventi