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Segreti poco segreti: una ricerca fa tremare le amministrazioni pubbliche di mezzo mondo - Intervento di Guido Scorza

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Segreti poco segreti: una ricerca fa tremare le amministrazioni pubbliche di mezzo mondo
Tre ricercatori dell’Illinois hanno analizzato 11 soluzioni software per la cancellazione e il mascheramento di dati e informazioni sui documenti digitali. Queste "pecette", però, possono essere rimosse con facilità ricorrendo a trucchetti digitali alla portata di chiunque

Intervento di Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali
(HuffPost, 30 novembre 2022)

Tre ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno appena pubblicato i risultati di una ricerca che, probabilmente, sta facendo letteralmente tremare i polsi alle amministrazioni di mezzo mondo e non solo alle amministrazioni.

I ricercatori hanno analizzato le undici soluzioni software più diffuse per la cancellazione o il mascheramento di alcune porzioni di documenti digitali così da consentirne la comunicazione o la pubblicazione, proteggendo, tuttavia, la riservatezza o segretezza di talune informazioni in essi riportate.

Si tratta delle ormai classiche "pecette" digitali che sempre più di frequente campeggiano su milioni di documenti resi disponibile online, in particolare, da parte delle amministrazioni obbligate, magari per legge, a condividerli ma salvaguardando la privacy o, addirittura, la segretezza di talune informazioni più sensibili delle altre o, più semplicemente, in relazione alle quali non sussistono motivi che ne giustifichino la pubblicità.

Navigando nelle sezioni “amministrazione trasparente”, anche delle nostre amministrazioni, se ne trovano migliaia e la storia, in Italia e all’estero, è ricca di episodi nei quali le “pecette” in questione si sono staccate – o sono state staccate – e hanno disvelato al pubblico ciò che avrebbe dovuto restare segreto.

In questi casi si è generalmente ipotizzato un errore umano.

Ora i risultati della ricerca dei tre studiosi dell’Illinois suggeriscono che il problema è – o almeno è anche – diverso ovvero che si tratta di un limite intrinseco a alcune delle soluzioni software: le “pecette” in questione, infatti, possono essere rimosse con straordinaria facilità ricorrendo a trucchi e trucchetti digitali davvero alla portata di chiunque.

E non basta perché la stessa ricerca suggerisce che anche laddove anziché ricorrere alla “pecetta nera digitale” si cancelli più radicalmente il nome, il cognome, le cifre o le parole che si intendono mantenere segrete, egualmente, grazie a talune meta informazioni che restano nel documento, sebbene non siano visibili a occhio nudo, è, spesso, possibile ricostruire il contenuto integrale del documento.

Insomma le più diffuse soluzioni per la cancellazione e il mascheramento di dati e informazioni sui documenti digitali sembrano funzionare poco e nascondere – male peraltro – più che cancellare per davvero.

Un bel problema perché ci sono decine di migliaia o, più probabilmente, milioni di dati e informazioni che avrebbero dovuto restare riservati o segreti almeno ai più e che, invece, sono verosimilmente a pochi click di distanza da chi voglia metterci gli occhi sopra.

Una brutta gatta da pelare per tanti.

Per stare tranquilli, i tre ricercatori suggeriscono una strada certamente sicura, almeno quando percorribile: creare una seconda versione del documento nel formato editabile originale – e, dunque prima di creare il .pdf – avendo cura di sostituire i nomi, i numeri e le parole da mantenere nascosti, con dei simboli convenzionali e, solo dopo, generare il file .pdf da pubblicare.

Qui il testo della ricerca per chi avesse voglia di approfondire il problema e saperne di più sulle possibili soluzioni.

Siamo tutti avvisati.

Scheda

Doc-Web
9827890
Data
30/11/22

Tipologie

Interviste e interventi