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Intervista al prof. Pasquale Stanzione, Presidente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali, in occasione dell'evento "State of Privacy 22"

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Intervista al prof. Pasquale Stanzione, presidente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali, in occasione dell'evento "State of Privacy 22"
Intervista a Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
(di Massimiliano Mancini, Ethica Societas, 24 settembre 2022)

Massimiliano Mancini: «Innanzitutto vorrei chiedere il significato e il valore di questa iniziativa è solo una celebrazione dei venticinque anni del Garante per la privacy o è qualcosa in più?».

Pasquale Stanzione: «Non è soltanto autocelebrativa questa occasione ma è uno dei modi, degli strumenti, per diffondere uno degli obiettivi a cui teniamo molto come collegio della privacy, vale a dire quello della diffusione della cultura della privacy, avere cioè consapevolezza del fatto che i nostri dati personali sono un patrimonio inalienabile che fa parte della tutela integrale della persona. Tanto è vero che noi diciamo spesso che, nell?evoluzione di questi venticinque anni, l'Autorità è passata dalla tutela soltanto di alcuni diritti a tutelare la persona nella sua integrità.».

Massimiliano Mancini: «Pare che questo valore forse sia poco percepito in Italia, considerato che nel 2021 abbiamo avuto il triste primato di essere il secondo paese europeo per numero di sanzioni».

Pasquale Stanzione: «Ha ragione, questo è un primato che non fa certo onore, dal momento che la finalità dell'authority è quella di accompagnare l'evoluzione e la consapevolezza di proteggere questi diritti e quindi, più che fondarsi sulla sanzione e sull'ostacolo da porre, viceversa far comprendere che ci sia una sorta di accompagnamento, di prevenzione di rischi che possono mettere in pericolo i dati personali e pertanto l'identità della persona umana.».

Massimiliano Mancini: «Molte pubbliche amministrazioni, che sono tra i più sanzionati [tra i settori], percepiscono questo sistema quasi come un limite o un adempimento ulteriore, in particolare le scuole e gli enti locali. È così oppure tutto questo è una garanzia di libertà per i cittadini in cui per primi gli enti pubblici, chi si occupa di pedagogia, come le scuole, e chi si occupa di governo territoriale, dovrebbero tenerci come valore prima ancora che come mero dovere da rispettare.».

Pasquale Stanzione: «Si deve realizzare o comunque promuovere una sorta di formazione digitale, di Paideia, a cominciare dai minori, nei confronti di questa attività che il Garante svolge al riguardo. Non costituisce un ostacolo la privacy o l'attività dell'Authority, capisco che ci possano essere delle difficoltà soprattutto da parte dei piccoli enti esponenziali e dei Comuni, [...]. È necessario per tutte le pubbliche amministrazioni dotarsi di un DPO, di un ufficiale responsabile per la privacy.[...] Spesso ci scontriamo con la pubblica sicurezza, queste finalità devono essere rispettate ma non essere invasive, invece molto spesso i Comuni attraverso le videocamere e sistemi simili vorrebbero cogliere chi pone i rifiuti fuori dai cassonetti e così realizzano una profilazione, vale a dire un riconoscimento facciale della persona, il che non è ammissibile, altre volte realizzano una specie di gogna mediatica, perché molto spesso vengono affisse anche nelle bacheche comunali le immagini di coloro i quali hanno realizzato questo piccolo illecito. Quindi oltre che ai comuni mi rivolgo soprattutto alle scuole perché formino questa coscienza del valore della privacy [soprattutto] nei confronti dei minori che sono le persone più vulnerabili, quelle più esposte ai rischi del revenge porn, dell?autolesionismo e ai pericoli delle nuove tecnologie che sono importanti.».

Massimiliano Mancini: «Ha detto chiaramente che non è tollerabile che la videosorveglianza sia utilizzata come una panacea di tutti i mali, ma lei crede che si possa derogare al principio di proporzionalità e anche al principio di legalità, come spesso è successo in alcuni comuni che hanno utilizzato indiscriminatamente le fototrappole e che le hanno addirittura affidato a soggetti terzi e che hanno addirittura diffuso le immagini sui social network? Crede che questo sia un problema di vigilanza [che deve essere più stringete da parte del Garante n.d.r.] o anche di cultura, pensa che si possano accompagnare gli enti locali verso una nuova cultura di legalità?».

Pasquale Stanzione: «Credo di sì e questo avviene anche attraverso iniziative come quella di oggi. Il problema sul quale pone l?accento lei è particolarmente pericoloso, non si può esternalizzare un servizio come quello della vigilanza e della profilazione. Già le piattaforme che sono affidate ai privati [i social network n.d.r.] si ergono ad arbitri, talvolta addirittura eliminando l'account di alcune persone sulla scorta di decisioni che sono prese arbitrariamente, ricordiamoci che molte di queste piattaforme nascono fuori dai confini italiani, sono multinazionali, non hanno il domicilio legale in Italia, il che pone anche dei delicati problemi alla nostra authority per la vigilanza perché il GDPR non ci dà la competenza per andare a interferire su queste GAFAM [l'acronimo GAFAM, spesso usato in una connotazione negativa, indica le 5 maggiori multinazionali dell'IT occidentali: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft n.d.r.].»

Massimiliano Mancini: «Le ZTL, le barriere AP, gli autovelox, tutti i sistemi che utilizzano comunque sistemi di ripresa, basta semplicemente l'omologazione ministeriale oppure c'é bisogno sempre di una valutazione d'impatto perché anche questi sistemi possono realizzare profilazione, che rileva le abitudini dei cittadini, le zone che frequentano, le attività degli esercizi commerciali, così come le convinzioni religiose e altre preferenze che sono comunque ricomprese nelle categorie particolari di dati?».

Pasquale Stanzione: «Ha ragione, può essere una profilazione indiretta della popolazione. Bisogna stare attenti nel confine, che è molto labile e delicato, tra le esigenze di sicurezza da un lato, urbana e pubblica che sia, e l'esigenza di tutela della privacy delle persone. Si deve sottolineare che questi dati che vengono comunque raccolti dalla targa dei veicoli di passaggio, non sostino, non permangano e non si trattengano oltre quanto necessario per contestare la violazione se c?é stata e immediatamente dopo devono essere cancellati per evitare proprio l'aggregazione dei dati che porta alla profilazione».

 

Scheda

Doc-Web
9812130
Data
24/09/22

Tipologie

Interviste e interventi