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Internet s'è rotto: cala il gelo sulle big tech. E anche gli imperi rischiano di sparire - Intervento di Guido Scorza

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Internet s'è rotto: cala il gelo sulle big tech. E anche gli imperi rischiano di sparire
Intervento di Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali
(MF, 22 novembre 2022)

Giovedì scorso Elon Mask, l'uomo più ricco del mondo, si è presentato nella sede della neo-acquisita Twitter per dire senza tanti giri di parole ai dipendenti che se non si trova in fretta un modo per guadagnare di più «il fallimento non è fuori questione». E frattanto ha dato il benservito più o meno alla metà del personale. Jeff Bezos, il secondo uomo più ricco del mondo, patron di Amazon, proprio mentre annuncia di voler devolvere in beneficenza metà del suo patrimonio, comunica che licenzierà diecimila dipendenti, tanti, sebbene si tratti, solo dell'1 % del personale di Amazon. Mark Zuckerberg, dal canto suo, dopo che la sua Meta fu Facebook, ha bruciato in borsa più di tutte le sue concorrenti tornando a valere quanto valeva ne] 2016 e ha annunciato che metterà alla porta il 17% del suo personale, più o meno 11 mila persone. E. benché, magari, qualcuno stia più attento di altri ad utilizzare l'espressione «licenziamenti», la musica è più o meno la stessa in casa Microsoft e Google, che stanno varando piani straordinari di razionalizzazione del personale.

Nessun dubbio, insomma, che questo sia uno degli inverni più duri di sempre per le big tech con le loro corazze scintillanti, sin qui spesso apparse invincibili e inscalfibili, che iniziano a mostrare crepe, spaccature e cedimenti. I forzieri di dati personali accumulati sin qui, miliardi di utenti, algoritmi e capacità di calcolo superiori a quelli di chiunque altro sulla terra, una forza di persuasione di massa della popolazione globale mai concentrata, in eguale intensità, nelle mani di così pochi, la natura di oligopolisti e, in alcuni casi, quasi monopolisti in settori di mercato che continuano a macinare profitti con più zeri di quelli contabilizzati da chiunque altro prima di loro non bastano più - o, almeno, così sembra - a garantire vento in poppa alle big tech. E qualcuno potrebbe dire che. almeno per quanto riguarda i profitti da questa parte dell oceano il peggio deve ancora venire perché, almeno sulla carta, il pacchetto digitale appena varato dall'Unione Europea, con dentro il Digital Service Act e, soprattutto, il Digital Market Act, certamente, non faciliterà la vita alle big tech, imponendo loro di aprirsi in maniera significativa alla concorrenza e di ridurre in maniera egualmente significativa lo sfruttamento commerciale dei giacimenti di dati personali europei. Senza dire che Tik Tok data di nascita 2016, enfant prodige cinese delle big tech, di dodici anni più giovane di Facebook ora Meta - continua a guadagnare terreno sulla sua diretta concorrente il che, inesorabilmente, contribuisce a comprimere i margini di profitto di quest'ultima in un mercato nel quale, alla fine, ci si contende il tempo di permanenza degli utenti sulle proprie pagine e, di conseguenza, gli investimenti pubblicitari che si riescono a attrarre.

Internet o, almeno, i suoi quartieri commerciali sembrano improvvisamente essersi rotti, la gallina dalle uova d'oro, sembra trasformatasi in un brutto anatroccolo. Certo, nella dimensione economica, le possibili spiegazioni di questo gelido inverno non mancano: inflazione. rallentamento della crescita, crisi internazionale, aumento del costo del lavoro, post-pandemia e, d'altra parte, lo stesso Zuckerberg, nella lettera ai suoi dipendenti, lo ha messo nero su bianco: «Non solo il commercio online è tornato alle tendenze precedenti ma la flessione macroeconomica, l'aumento della concorrenza e il calo della pubblicità hanno fatto sì che i nostri ricavi fossero molto più bassi di quanto mi aspettassi». Ma basta tutto questo a giustificare quello che sta accadendo? Forse c'è dell'altro. E, per esempio, fuori di dubbio che l'atteggiamento dei governi nei confronti delle big tech non è più quello di un tempo. La Commissione Europea intona, ormai da qualche anno, un canto di guerra nei loro confronti e anche a Washington si intona una musica diversa e i richiami all'ordine rivolti alle ex piccole principesse tecnologiche del reame si moItiplicano.

La stretta sul versante regolamentare è evidente e, anche se a volte si fa fatica a percepirlo, anche l'innamoramento e l'affezione degli utenti verso le grandi piattaforme. forse, inizia a raffreddarsi : basta guardare al trattamento riservato da milioni di persone all'idea di Musk di chiudere Twitter dietro a un paywall e imporre agli utenti di pagare, fosse anche solo una manciata di dollari, per usarlo. L'idillio, originale e curioso, sotto taluni profili da sindrome di Stoccolma, degli utenti per oligopolisti che in altri tempi avrebbero suscitato antipatie e resistenze sembra prossimo ad andare in frantumi,

La storia di Internet è lì a ricordarci che i mercati digitali sono enormemente più liquidi di quelli fisici e anche gli imperi che appaiono più solidi sono perennemente esposti alla concorrenza: Six Degrees, il primo social network della storia e My Space sono stati inghiottiti dall'oblio in una manciata di anni di Facebook, E ora che succede? E l'ora di una via della seta digitale?