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Salute, amore, lavoro: quanto stiamo raccontando di noi a Chat GPT-3? - Intervento di Guido Scorza

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Salute, amore, lavoro: quanto stiamo raccontando di noi a Chat GPT-3?
Il chatbot immagazzina – o, almeno, può immagazzinare - una conoscenza globale su centinaia di milioni di persone in giro per il mondo, sul loro modo di pensare, sulle domande che si pongono, sulle loro ansie, paure e preoccupazioni. Nessun terrorismo psicologico e nessun invito a smettere di sperimentare, ma non dimentichiamoci che Chat GPT-3 non è un nostro amico, ma un prodotto commerciale realizzato da imprenditori.
Intervento di Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali
(HuffPost, 7 gennaio 2023)

I social network, in Italia come nel resto del mondo, da qualche settimana pullulano di screenshot che raccontano delle più diverse, eterogenee, curiose e fantasiose conversazioni tra donne e uomini e il robot diversamente intelligente messoci a disposizione da Open AI, la non profit, fondata da Elon Musk nella quale, negli anni, hanno investito tanti grandi del firmamento delle bigtech da Amazon a Microsoft. Chiediamo a Chat GPT-3 di rispondere a ogni genere di domanda quasi fosse un oracolo, un chiromante, uno scienziato, un saggio, talvolta – complice l’estrema facilità di conversazione in linguaggio umano – un amico fidato o, persino, un familiare. Cerchiamo risposte sicure, soluzioni a problemi nostri e dell’umanità intera, previsioni affidabili. E in alcuni casi, lo racconta lo zibaldone di immagini che rimbalzano sui social, le domande raccontano di noi più di quello che racconteremmo a chicchessia in carne ed ossa davanti a un bicchiere di vino, forse persino a un familiare.

Sono domande che riguardano la nostra salute, i nostri affari del cuore, esperienze sessuali, paure, dubbi e perplessità sul lavoro. Quante probabilità ci sono di guarire da questa mia patologia? Quanto è stabile una relazione nella quale… Segue descrizione dei tratti caratteristici della relazione sentimentale o sessuale di cui si discute. Quante chance ho di essere promosso in un’azienda che ha queste caratteristiche, nella quale lavoro da x anni e avendo riportato, negli ultimi anni, queste valutazioni? E, poi, naturalmente, ci sono le cose della politica, quelle della religione, le questioni etiche. Quelle giuridiche e quelle finanziarie.

Chat GPT-3, spesso, non può che chiudersi dietro a un cordiale “no comment”:  non so rispondere, non posso rispondere, non sono programmato per rispondere. E, in altre occasioni, da risposte di “buon senso”, se così può dirsi di un robot o, comunque, in linea con quelle che, fino a ieri, ci proponevano Google, Bing e gli altri motori di ricerca. Ma, frattanto, immagazzina – o, almeno, può immagazzinare - una conoscenza globale su centinaia di milioni di persone in giro per il mondo, sul loro modo di pensare, sulle domande che si pongono, sulle loro ansie, paure e preoccupazioni. E non è chiaro, per la verità neppure a leggere la stringata informativa sulla privacy messa a disposizione degli utenti, cosa i “padroni” del robot facciano dei dati personali, talvolta personalissimi, particolari secondo le previsioni del Regolamento europeo, raccolti.

Se si pone la domanda direttamente a Chat GPT-3 questa è la sua risposta: “Come language model, non acquisisco o tratto alcun dato personale. Non ho accesso a informazioni personali sugli utenti che interagiscono con me e non le raccolgo in alcun modo. Tutte le informazioni che fornirai durante questa chat saranno utilizzate esclusivamente per fornirti risposte alle tue domande e non saranno conservate o condivise con terze parti. È importante notare che il servizio di chat che stai utilizzando potrebbe raccogliere alcune informazioni sulla tua sessione di chat, come ad esempio il tuo indirizzo IP e il tipo di dispositivo che stai utilizzando. Ti consiglio di leggere la politica sulla privacy del servizio di chat che stai utilizzando per conoscere i dettagli su come vengono trattati i tuoi dati”. E, tuttavia, qualche dubbio resta e sembra anche legittimo perché non sarà Chat GPT-3 “in persona”, ma non c’è dubbio che per accedere al servizio è indispensabile lasciare un indirizzo e-mail e attivare un account ed è altrettanto certo che il servizio archivia la cronologia delle nostre domande. Insomma, qualcuno, qualcosa su di noi, la mette da parte per certo.

Per carità, nessun terrorismo psicologico e nessun invito a smettere di sperimentare, solo non lasciamoci prendere troppo la mano e non dimentichiamoci che, al di là del fatto che conosce il linguaggio umano, Chat GPT-3 non è una persona in carne ed ossa e, soprattutto, non è un nostro amico ma un prodotto commerciale realizzato da soggetti che, nella vita, in maniera del tutto legittima, fanno gli imprenditori.